APERIQUIZ ALLA RICERCA DELLE PROTEINE PERDUTE

Sabato 24 luglio dalle 18.30 a Manituana (largo Vitale 113)

Un apericena indecorosamente vegetale alla ricerca delle proteine perdute, ricco di sfiziosità che osano non contenere B12, ma soprattutto una serata senza manzi e con tantә finocchiә.

Il menu è in via di definizione, ma promettiamo opzioni senza glutine per lә intolleranti. Se hai altre necessità alimentari comunicacelo, ma tieni conto che non disponiamo di una cucina professionale e quindi non possiamo garantire l’assenza di contaminazioni.
Dopo che avremo finito di leccarci le dita che sapranno di hummus e amuchina, risponderemo collettivamente a tutti i quesiti che verranno messi nella nostra scatola delle domande, ovvero a tutte quelle domande che avremmo sempre voluto fare, ma non abbiamo mai osato: le mucche esplodono se non le mungiamo? E se bevono caffè fanno il latte macchiato? Ma anche: essere veganә è abilista? Non mangiare carne è un privilegio di classe?
Concluderemo la serata con un quizzettone con fantastici premi: verrà premiatә chi sarà più ferratә sull’antispecismo e dimostrerà di conoscere meglio il tema rispondendo a quesiti quali: lә veganә possono avere la pelle d’oca?
Quanto costa? Tanto per chi ha tanto e poco per chi ha poco. Ognunә può contribuire a sostenere le attività del Collettivo Antispecista Transelvatikә secondo le proprie disponibilità.
Per evitare sprechi alimentari e per permetterci di organizzarci al meglio, è graditissima la prenotazione entro giovedì 22 luglio! Ci si può prenotare scrivendoci sui social o via mail all’indirizzo transelvatik@bruttocarattere.org lasciandoci un recapito telefonico.
Per motivi sanitari, l’apericena non sarà a buffet, ma sarà servito in piatti. Chi preferisse avere un piatto monouso compostabile invece del classico piatto in ceramica, ce lo può comunicare al momento della prenotazione. Per gli stessi motivi, chiediamo anche di portare un bicchiere da casa per chi ne ha la possibilità!

TRANSELVATIKƏ AL FREE-K PRIDE

Il 10 Luglio abbiamo partecipato al FREE-K PRIDE, il pride transfemminista, queer e indecoroso che ha attraversato le strade di Torino per rivendicare la libertà di tutti i corpi.
Qui il nostro intervento!

Noi siamo transelvatik*, un collettivo transfemminista, antispecista e anticapitalista. Ci ritroviamo qui oggi come persone che lottano contro le oppressioni del patriarcato e contro un sistema economico che ci riconosce solo se siamo produttiv* o riproduttiv
*.
La nostra è una lotta solidale con tutte le persone trans e queer marginalizzate o perseguitate perché non offriranno mai al capitalismo una famiglia nucleare produttrice di forza lavoro. La nostra è una lotta femminista, solidale con tutte quelle donne colpevolizzate di mancanza di affetto nei confronti dei propri cari  perché 
rivendicano maggiori tutele riguardo la condizione di casalinghe e madri, è una lotta solidale con tutte quelle donne che rifiutano la maternità, con tutte quelle donne a cui la maternità è stata imposta con violenza affinché partorissero schiavi per le piantagioni, con tutte quelle donne e bambine stuprate affinché il colonialismo mantenesse il suo ordine. Perché la storia del capitalismo è innegabilmente una storia di sfruttamento delle donne. Di coloro che vengono spinti ai margini della società, lontan* dall’essere vist*, lontan* dall’ essere ascoltat*
Meno visibili sono invece le oppressioni di altri corpi, costretti alla produttività e il cui sfruttamento è stato altrettanto alla base del capitalismo: si tratta degli animali non umani. 
Nelle fattorie erano i buoi, i muli, gli asini che trascinavano e spingevano carri, mietitrici, torchi e aratri.
Nelle miniere erano i canarini che morivano asfissiati per segnalare la presenza di gas pericolosi, i cani che cercavano i minatori dispersi, i pony che trasportavano carichi d’oro, argento e carbone.
Nelle piantagioni erano i buoi che prima dell’invenzione di pompe idrauliche o delle macchine a vapore cardavano e filavano il cotone.
In guerra erano i cavalli che trasportavano i beni di prima necessità o che morivano accanto a chi li aveva soggiogati.
Nelle città gli animali erano le macchine prima che le macchine fossero inventate.
Gli animali sono ovunque: sono nelle nostre scienze che li hanno eletti corpi sacrificali, sono nella nostra arte e nella nostra architettura, dove l’imponenza di un edificio storico è proporzionale a quella degli animali morti per costruirlo.
La storia del capitalismo è quindi altrettanto innegabilmente una storia dell’animalità. 
E fino a quando quel grattacielo che è il capitalismo avrà per fondamento l’oppressione animale, quel grattacielo continuerà ad esistere e ad essere abitato di oppressor* e continueremo nostro malgrado a essere ancora oppressor*. Noi quel grattacielo lo vogliamo far crollare, polverizzare, sradicare con tutte le fondamenta.