NON AVETE CAPITO UN CORNO – I MURI DI TORINO CONTRO ZOOM!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO!
Se i coloratissimi manifesti di ZOOM, lo zoo di Torino, dicessero la verità, vi racconterebbero che gabbie, recinti e finte riproduzioni di habitat fanno tutti ugualmente schifo. Ma i loro manifesti non lo faranno e quindi proviamo a raccontarvelo noi. E lo facciamo con 200 manifesti in tutta la città.
La pandemia ci ha insegnato cosa vuol dire essere reclusə e ci avrebbe dovuto far capire che nessunə sta bene nemmeno nella più dorata delle gabbie. Per gli animali rinchiusi a ZOOM, lo zoo non è altro che un eterno lockdown, una quarantena infinita da cui si esce soltanto con la propria morte.
In questo periodo storico caratterizzato dal continuo susseguirsi di crisi ed emergenze,
sarebbe facile pensare che l’oppressione dei non-umani, da sempre invisibilizzata, debba ricadere con facilità nel rumore di fondo, indistinto e marginale, di tutte le voci che non hanno il potere di imporsi.
Allo stesso modo sarebbe facile abbandonarsi ad un senso di impotenza individuale e collettivo e credere che qualsiasi azione, soprattutto se circoscritta ad una realtà più familiare e quotidiana, sia priva di senso.
Eppure non è così, e anzi, sono proprio istituzioni come quelle degli zoo, nella loro banalità, a mostrarci la pervasività della violenza e la sua normalizzazione.
Se è vero che la pandemia non ci ha resə migliori, vogliamo credere che ci abbia almeno resə tuttə consapevoli di cosa possa significare vivere segregatə.
Questa volta, la spettacolarizzazione del dolore che gli animali subiscono negli zoo, spacciata per ”benessere” e ”tutela della biodiversità”, verrà mostrata da un’altra prospettiva: un boa che impreca in piemontese per la sua libertà, un pinguino che implora di uscire, un lemure che chiede aiuto e rinoceronti che denunciano il loro lockdown a Cumiana. Questo è quello che racconterebbero i manifesti di ZOOM se dicessero la verità, cioè che si chiama bioparco ma è sempre violenza.
BOIA FAUSS! SMANTELLIAMO GLI ZOO!